ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 09 Giugno 2017 05:46

May perde la scommessa

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Gli inglesi, si sa, amano le scommesse. Quella di Theresa May sembra però finita malissimo. Ha peccato di "hybris", dice Paul Nuttal, leader degli euroscettici dell'Ukip. 

La premier aveva convocato le elezioni anticipate sperando di accrescere i propri consensi e avere così un mandato più solido per le trattative sulla Brexit. Invece, secondo gli exit poll, avrebbe perso la maggioranza parlamentare e lascerebbe così il Paese in preda a un rebus politico di difficilissima soluzione, mentre la sterlina arretra sui mercati finanziari. Questo è quanto emerge dai dati provvisori (lo spoglio verrà completato a tarda notte): la Bcc avverte che sono 76 i seggi in bilico, in cui i candidati sono divisi da uno scarto minimo. Si saprà quindi il vincitore solo a spoglio concluso. 

Le proiezioni danno i conservatori guidati dal primo ministro in vantaggio alle legislative e assegnano loro 314 seggi, ovvero 22 meno di quelli necessari ad avere una maggioranza e 26 in meno rispetto a quelli conquistati da David Cameron nel maggio 2015. Grande balzo per i i laburisti di Jeremy Corbyn, che salirebbero da 232 a 266 seggi. I liberaldemocratici si fermerebbero a 14 seggi (6 in più rispetto al crollo del 2015). Batosta per lo Scottish National Party, che porterebbe alla Camera dei Comuni 34 parlamentari contro i 56 delle scorse elezioni, quando avevano attinto lautamente dall'elettorato 'Labour'. Scomparsa del tutto l'Ukip, la cui ragion d'essere, dopo la vittoria al referendum sulla Brexit, è venuta meno. Dei 22 seggi rimanenti, 18 sono andati alle formazioni nordirlandesi (Sdlp,. Sinn Fein, Ulster Unionist Party), 3 ai gallesi di Plaid Cymru e uno ai verdi.

Si rischia un "Parlamento appeso"

Se il risultato venisse confermato, ai 'Tories' mancherebbero ben 22 seggi per raggiungere quota 326 su 650 deputati, la soglia della maggioranza assoluta ai Comuni. Parlamento che, come si dice in gergo, sarebbe ora "appeso" ("Hung") ossia senza alcun partito che ha la maggioranza, per cui si dovrà tornare, come nel quinquennio 2010-2015, ad un governo di coalizione con una difficilissima alchimia. Con i numeri attuali May non avrebbe la maggioranza nemmeno accordandosi con i liberaldemocratici. E ha perso molti più seggi di quanto paventasse in questo tweet del 20 maggio:

I liberaldemocratici: "Nessuna coalizione"

I liberaldemocratici hanno deciso di non ripetere l'esperienza del governo di coalizione, inaugurata nel 2010, quando, sotto la guida di Nick Clegg portarono la loro - allora consistente (57 seggi) - pattuglia di deputati a sostegno del governo di David Cameron. L'ufficio stampa del nuovo leader del partito, Tim Farron, conferma di "aver ricevuto un sacco di telefonate ma solo per essere chiari: diciamo no a qualsiasi coalizione. Nessun accordo". Difficile per il partito più europeista del Paese allearsi con May, che aveva sostenuto, seppure in maniera tiepida, il 'Leave' (AGI)

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