Caracas (Venezuela) - Una forma di terrorismo psicologico. Così il governo venezuelano del Presidente Nicolas Maduro definisce la decisione degli Stati Uniti di imporre restrizioni all’accesso negli Usa ad alcuni gruppi di cittadini del Venezuela. Lo scontro tra Caracas e Washington ha avuto come arena l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Il Ministro degli Esteri venezuelano Jorge Arreaza: “Con un gesto di sfrontatezza e di ipocrisia politica Donald Trump ha sferrato i suoi attacchi all’umanità, contro i valori della pace e della prosperità” ha detto nel suo intervento davanti all’Assemblea Generale dell’Onu.
Le misure annunciate domenica dall’amministrazione Trump destano preoccupazione anche in seno all’opposizione antichavista.
Angel Alvarez, avvocato e membro d’opposizione: “I venezuelani sono lavoratori, imprenditori, gente che vuole guardare al futuro e non è possibile che a causa di un piccolo gruppo di persone che sta al governo rubando, violando i diritti umani, tutti debbano sopportare tali sofferenze per il solo fatto d’essere venezuelani”.
Per quanto riguarda il Venezuela il divieto di accesso agli Usa riguarda solo esponenti del governo e le loro famiglie. Il decreto colpisce 8 Paesi già oggetto del cosiddetto divieto anti-musulmano che a inizio anno aveva incendiato il dibattito: Iran, Libia, Siria, Yemen, Somalia. Dalla lista esce il Sudan ma entrano Corea del Nord, Venezuela e Ciad. Il divieto che si rivolgeva a Paesi a maggioranza musulmana aveva scatenato una battaglia legale. Domenica sera è decaduta una versione già riveduta e corretta delle misure al vaglio della Corte Costituzionale. Il nuovo pacchetto entrerà in vigore il prossimo 18 ottobre. (Euronews)
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