L’idea Amazon di alzare il controllo sui propri dipendenti col braccialetto elettronico è troppo bella! Assolutamente praticabile e criminale: prende dalla robotica il meglio del controllo perché oggi è possibile: fuori dall’utopia, dentro il –perché no?-. Diciamolo subito per evitare equivoci: non va fatto perché è criminale: cancella completamente la privacy del dipendente e lo fa uomo-automa.

Ma, a mali estremi…è il machiavello del potere: vuoi essere mio dipendente? Accetta liberamente il mio controllo!

Ora, lasciamo da parte le questioni sindacali che lo fanno impossibile da noi…Anzi, cominciamo proprio da qua, visto però alla rovescia, dal punto di vista dei sindacalizzati.

I sindacati dei dipendenti sono diventati una burocrazia. Perché i dipendenti che eleggono liberamente alcuni di loro a rappresentarli non pretendono di imporre agli eletti il braccialetto politico? Nessuno obbliga un dipendente a fare il sindacalista; il lavoro ce l’ha e non corre rischi. Normalmente è un impegno oneroso dover essere a disposizione di tutti, quasi senza orario di lavoro, a risolvere problemi di ogni genere con poche soddisfazioni. Ma, avanti col tempo ed in carriera, il sindacalista comincia a trovare i propri spazi e diventa insostituibile nel ruolo. A questo punto, il braccialetto di controllo elettronico, non silenziabile, col pulsante in mano all’elettore diventerebbe prezioso. Sburocratizzerebbe il ruolo del sindacalista: la base saprebbe come si muove, chi contatta e può pararsi dall’infedeltà chiedendo conto dei movimenti.

Il braccialetto politico, poi, è ancora più utile per il controllo dell’uomo politico da parte del cittadino rappresentato. Se, come diceva Beppe Grillo quando non era ancora separato dai grillini, gli uomini politici sono nostri dipendenti, e se è vero che sono pagati troppo e che fanno sempre di tutto fuorchè quanto avevano promesso di fare, perchè non sollecitare l’adozione del braccialetto politico per tutti gli eletti nelle istituzioni?

Fatta la legge sui partiti – che è assente in tutti i settant’anni di repubblica (prova madre che sono tutti lestofanti) – (chiediamola, per favore, ad ogni politico nei dibattiti elettorali –ricordo che Gianni  Alemanno[2] aveva riconosciuto in tv, da parlamentare, prima di esser sindaco di Roma, che era consapevole di quella clamorosa omissione legislativa), noi avremo cibernetizzato il sistema politico rendendolo il più progressista del mondo!

Nella legge sui partiti metteremo la norma del braccialetto elettronico che collega l’eletto al sistema giudiziario.

Il cittadino o il gruppo di cittadini che dubitano della fedeltà del proprio politico si rivolgono ad un giudice, versano una caparra, espongono le ipotesi argomentate di sfiducia e chiedono l’attivazione del controllo elettronico nel sistema di bracialetti già istallato. Il giudice può acconsentire (o non) avvertendo che se il sospetto non troverà riscontri i querelanti perderanno la caparra per aver rischiato la calunnia (ed avremmo calmierato l’abuso); attiverà il controllo del sospettato di infedeltà o di corruzione senza avvertire, naturalmente, e starà a vedere.

Con questo sistema, l’Italia esce dallo stadio di corruzione politica più elevato ed entra nel futuro: i politici, ora più numerosi di 500.000, rapidamente si decimerebbero a 50.000. Entreremmo addirittura nell’epoca della rarità dei politici.

E le carceri avranno cambiato la qualità dei propri ospiti: lo Stato paga finalmente gente che non fa nulla, nemmeno più un furto di tessere. E sarà una spesa preziosa.

Utopia? Proviamo a chiedere ai candidati che ne pensano!

Sostieni Agorà Magazine I nostri siti non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore

Sostengo Agorà Magazine