«Un anno fa - ha denunciato Andrea Lumino, segretario generale Slc Cgil di Taranto - abbiamo denunciato per la prima volta la situazione insostenibile vissuta dai dipendenti di Tp dopo la chiusura dell'area di un privato che l'azienda aveva adibito ad area parcheggi, ma purtroppo nessuna soluzione è ancora stata trovata. Abbiamo rilanciato la questione chiedendo ad azienda e al Comune di Taranto di lavorare per risolvere questo disagio notevole per migliaia di donne e uomini, ma nessuno sembra volersi far carico realmente della vicenda».
Dopo la prima denuncia di maggio 2017, infatti, Lumino anche a luglio dello scorso anno aveva invitato Tp e amministrazione comunale di incontrarsi per cercare soluzioni positive anche in applicazione della legge: Lumino aveva infatti chiesto l'applicazione del "decreto Ronchi del 27 Marzo 1998" che impone ai sindaci di adottare misure adeguate per ridurre il livello di emissioni derivanti dal traffico e alle imprese con più di 800 dipendenti che si trovano nei comuni segnati dall'inquinamento, di adottare il piano degli spostamenti "casa-lavoro" del proprio personale dipendente, individuando un responsabile della mobilità aziendale. Un piano che secondo il sindacalista tarantino avrebbe favorito la riduzione dell'uso del mezzo di trasporto privato individuale e quindi una migliore organizzazione degli orari per limitare la congestione del traffico.
A distanza di 12 mesi, il segretario della Slc Cgil ionica ha nuovamente inviato una richiesta di incontro all'azienda per «risolvere - ha scritto Lumino nella missiva a Tp - in maniera quanto più rapida e incisiva il problema dell'area esterna a Teleperformance dove non esiste lo spazio fisico per il parcheggio dei lavoratori e dove non ci sono mezzi pubblici idonei». Nelle scorse ore, infatti, gli agenti di Polizia Locale hanno effettuato un intervento e quindi i dipendenti ora rischiano multe particolarmente salate. «È evidente - ha concluso Lumino - che sussiste anche un problema di concessioni perché non c'è lo spazio fisico sufficiente per quel numero di lavoratori, ma occorre sedersi attorno a un tavolo per vagliare tutte le ipotesi possibili e risolvere la vicenda».
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