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Martedì, 24 Luglio 2018 06:35

Anche la Statale nel progetto NanoCarb per la nanomedicina del futuro

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Il team del professor Luigi Lay Il team del professor Luigi Lay

Il consorzio formerà giovani ricercatori impegnati nello sviluppo di innovativi nanomateriali per applicazioni terapeutiche e diagnostiche.

Anche l'Università Statale di Milano è partner di NanoCarb - Glyco-Nanoparticles for Applications in Advanced Nanomedicine - progetto vincitore di un finanziamento di 4.1 milioni di euro nell'ambito del programma Marie Sklodowska-Curie Innovative Training Network - European Training Networks.  

Coordinato da Marco Monopoli del dipartimento di Chimica del Royal College of Surgeons in Irlanda, NanoCarb è un consorzio multidisciplinare che vede l'Università Statale di Milano rappresentata da Luigi Lay, docente di Chimica organica al dipartimento di Chimica, e che riunisce istituti di ricerca, piccole e medie imprese e università, dislocate in 11 diversi paesi europei.

Con il progetto NanoCarb saranno 15 i giovani ricercatori che si formeranno e opereranno nell'ambito multidisciplinare della nanomedicina e della medicina personalizzata, attraverso un dottorato di ricerca interdisciplinare che, oltre ai vari partner accademici – Università Statale di Milano, Royal College of Surgeons di Dublino e Università di Warwick nel Regno Unito – coinvolgerà anche il mondo dell'industria.

Obiettivo del progetto è quello di sviluppare una nuova generazione di nanomateriali per applicazioni terapeutiche e diagnostiche e s'inserisce nell'ambito della nanomedicina, disciplina divenuta negli ultimi anni di grande interesse presso la comunità scientifica e basata sull'utilizzo di varie tipologie di particelle di dimensioni nanometriche (fino a 100 nm di diametro) e sulle loro molteplici applicazioni.

La grande ambizione di NanoCarb sta proprio nella combinazione tra la chimica dei carboidrati e le nanotecnologie per generare nanoparticelle innovative, con un'elevata stabilità, un prolungato tempo di circolazione all'interno dell'organismo e un'intrinseca capacità di raggiungere in modo selettivo il rispettivo "organo bersaglio": tutte caratteristiche che permettono di superare alcune delle principali criticità che oggi limitano l'applicazione della nanomedicina, soprattutto in ambito clinico.

In laboratorio di Chimica in via Golgi

Laboratorio di Chimica in via Golgi - Foto di Vaclav Sedy, 2008

 

 

 
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