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Sabato, 25 Agosto 2018 08:07

Statale Milano - Mieloma multiplo: l’evolutività è scritta nel genoma del tumore

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Su Nature Communications uno studio internazionale cooordinato dagli ematologi della Statale. Si potrà in futuro prevedere la progressione della malattia dalla sua variante silente verso forme aggressive e sintomatiche

Uno studio internazionale coordinato dal Prof. Niccolò Bolli e dal Dottor Francesco Maura - medici ematologi dell’Università Statale di Milano e della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori che lavorano nella Divisione di Ematologia diretta dal Prof. Paolo Corradini - rivela come, dall’analisi del genoma delle cellule del mieloma multiplo asintomatico, si potrà in futuro prevedere la progressione della malattia dalla sua variante silente verso forme aggressive e sintomatiche con maggiore accuratezza rispetto agli esami di laboratorio in uso. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Communications.

I ricercatori hanno analizzato il genoma di casi di mieloma asintomatico, poi progredito in mieloma sintomatico, per il quale quindi si rendeva necessario il trattamento. E’ stato notato come, anche nelle forme asintomatiche, il mieloma abbia già tutte le caratteristiche genetiche delle forme sintomatiche. Particolarmente significativa si è rivelata l’analisi dei campioni di plasmacellule  - le cellule del sistema immunitario trasformate dal tumore - dello stesso paziente al momento dell’evoluzione. Questa analisi ha infatti consentito di identificare i cambiamenti alla base della variazione del comportamento del tumore.

Ricercatore nei laboratori della Statale - Foto di Paolo Sacchi 2011

 “Le implicazioni di queste ricerche sono potenzialmente di grande impatto – commenta Niccolò Bolli –. Vanno infatti dalla possibilità di migliorare la prognosi di questi pazienti attraverso interventi personalizzati secondo le caratteristiche della malattia di ogni individuo, alla riduzione dello stress emotivo dei pazienti che attualmente si devono sottoporre a test diagnostici senza poter conoscere in anticipo il destino della loro malattia. Inoltre, tramite una migliore stratificazione dei pazienti si potrà razionalizzare, e forse ridurre, la spesa sanitaria in test diagnostici e terapie”.

Lo studio è frutto di una collaborazione internazionale coordinata dal Prof. Bolli: sponsor del progetto è stata l’Università di Harvard, i campioni sono stati forniti dall’ Intergoup Francophone du Myelome, mentre parte dell’analisi è stata condotta in collaborazione con il Wellcome Trust Sanger Institute di Cambridge.

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