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Martedì, 20 Novembre 2018 22:37

Giorgetti Lega: "Spread a 326? Stop vendite scoperto in Italia"

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"Bisognerebbe iniziare a vietare le vendite allo scoperto anche in Italia'' dei titoli di Stato. E' quanto ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ai microfoni di 'Repubblica tv', a margine di un'iniziativa al 'Corriere dello Sport', commentando lo spread salito a 326.

Chiusura in netto ribasso per le Borse europee,dopo la seconda seduta consecutiva di vendite a Wall Street, con Milano tornata ai minimi visti l'ultima volta nel dicembre del 2016. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi, nel frattempo, è arrivato in giornata a superare la soglia dei 330 punti, ripiegando poi a fine seduta a 327 punti base e riportando il rendimento ai livelli di inizio 2014. A mettere di nuovo sotto pressione i Titoli governativi italiani l'imminente giudizio della Commissione europea sulla manovra del governo, con il rischio di una procedura di infrazione che incombe sull'Italia, e le parole della presidente del Meccanismo di vigilanza unica della Bce, Danièle Nouy. Obiettivo, le banche italiane, le cui quotazioni di Borsa continuano a soffrire del rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato. In audizione davanti alla commissione Econ dell'Europarlamento, l'ex alta funzionaria della Banca di Francia prima ha detto che sta facendo gli scongiuri perché la situazione degli istituti di credito della Penisola non precipiti: "Teniamo le dita incrociate per far sì che le banche italiane stiano andando ancora verso una migliore solvibilità e migliori bilanci, sui quali hanno già fatto molti sforzi, con buoni risultati negli stress test dell'Eba", ha affermato la responsabile della Vigilanza unica.

Non solo. La Nouy, subito dopo, ha paragonato la situazione delle banche italiane a quella degli istituti di credito della Grecia, un Paese che è stato sottoposto alle 'cure' della Troika, con dosi massicce di austerità che hanno abbattuto drasticamente il Pil, con pesanti conseguenze sociali: "Personalmente - ha detto la Nouy - penso che le banche italiane abbiano fatto molti sforzi per ripulire i bilanci, aumentare le loro posizioni di capitale, migliorare i loro modelli di business: sarebbe molto triste se venissero colpite dalle conseguenze del dibattito politico". Poi ha aggiunto: "Ma sono cose che succedono: i problemi delle banche greche sono iniziati con discussioni politiche". Anche se lo spread tra i Btp e i titoli greci a 10 anni attualmente supera di poco il punto percentuale (Atene paga il 4,68%, noi il 3,63%), mentre quello tra i nostri decennali e i Bund tedeschi supera i 3,2 punti percentuali, la situazione dei due Paesi, e quindi delle relative banche, è oggettivamente difficile da paragonare: il Pil dell'intera Grecia è inferiore, e non di poco, a quello della sola Lombardia.

Parole che non hanno lasciato indifferenti i titoli in piazza Affari: il Ftse Italia Banche, l'indice settoriale milanese, che già stava andando male, subito dopo le parole della Nouy ha perso cinquanta punti in una decina di minuti, passando da 7.702 punti a 7.648, per poi rimbalzare. Il settore ha poi chiuso in calo del 2,61%, a 7.645 punti. Il comparto bancario italiano, che pesa molto sulla Borsa di Milano, è notoriamente molto sensibile all'andamento dei rendimenti dei titoli di Stato, inversamente proporzionale a quello dei prezzi. L'allargamento degli spread sui titoli di Stato italiani, ha confermato Andrea Enria, presidente dell'Eba e destinato a prendere il posto della Nouy a partire dal primo gennaio 2019, "ha conseguenze per il sistema bancario, non solo attraverso il diretto impatto sul capitale dalle obbligazioni detenute nel trading book o tra gli Afs (Available for sale, disponibili per la vendita, ndr), ma è anche particolarmente importante la sensibilità dei costi di raccolta" all'andamento dei titoli di Stato.

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