ANNO XIX Giugno 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 26 Febbraio 2019 04:37

Taranto – Fiaccolata, prendetevi tutto ma lasciateci i nostri bambini

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Una partecipazione corale, enorme, forse la più imponente di sempre, struggente, commuovente, silenziosa come un funerale alla città, ai suoi bambini, non ci sono altri lemmi da usare per descrivere l’emozione.

 

Ma non possiamo non dire almeno dei negozi spenti, le saracinesche abbassate, gli sguardi ammutoliti, gli occhi arrossati e le mille domande che nella testa del cronista ruotano dopo anni e anni di immobilismo. Ieri dovevano essere, per scelta degli organizzatori, assenti: bandiere, striscioni, sindacalisti e partiti.

Per carità, per dovere di cronaca dobbiamo dire ciò che circola attorno a noi e ci sta che i comunisti di Rifondazione tornino a interrogarsi su questo problema aperto, anche se il tema delle valutazioni ambientali, i parametri e quant’altro ieri ai bambini che portavano le croci per i loro coetanei morti non interessano. Sicuramente interessa la parte dove affermano che occorre eliminare tutte le fonti inquinanti. Eterno problema dell’industria pesante che il Paese fatica a risolvere.bambini1

Per carità ci sta che a Bruxelles, oggi e domani si discuta sul paradigma: Taranto e la riconversione industriale, non ci sta che si faccia a Bruxelles e non a Taranto. Forse il M5S qui ha qualche problema dopo che Luigi di Maio aveva promesso che l’inquinamento diminuiva, mentre Peacelink denuncia che con Mittal aumenta. Per non parlare di altre promesse.

Davvero non possiamo cedere alla tentazione di pensare a questo fiume di persone, a una intera città che si interroga sul futuro che appartiene ai bambini.

E questa straordinaria partecipazione ci fa però riflettere anche sull’inquilino che sta a Palazzo di città e votato solo dal 18% dei tarantini, per manifestare la distanza abissale tra la politica e la gente.

Fin quando non si risolve questo problema non ci sarà armonia, nessuna comunanza di intenti. Quel corteo funebre dice: ora basta!bambini2

Lo diciamo col cuore in gola mentre le struggenti note di Francesco Greco, vicino al monumento ai Marinai, accompagnano i palloncini in volo di questi bambini di Taranto morti per una fabbrica che per dare il lavoro si prende la parte più bella, autentica, meravigliosa della città: i suoi angeli. Contraddizione e paradosso più grande non c’è, nel diritto universale, in quello civile e in quello morale, per questo la nostra chiusura non può che spegnere tutte le parole, tutte le argomentazioni, come alla fine di una festa amara di commiato e ce andiamo a casa con l'ultime parole che recitiamo come un mantra: basta, basta, avast mo!

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