Si limitano, in buona sostanza ad indicare il contesto di riferimento, individuato in una transizione in direzione di tecnologie verdi (decarbonizzazione), l'adozione di non meglio specificati impianti di produzione di tecnologia verde e la possibilità di dover modificare di conseguenza il Piano Ambientale attualmente in vigore.
E' invece chiaramente indicato l'obiettivo di produrre circa 8 milioni di tonnellate di acciaio dal 2023.
Il progetto di cominciare a decarbonizzare la produzione di acciaio a Taranto non può non vederci favorevoli, e siamo contenti che, finalmente, dopo anni in cui questa possibilità è stata negata, si proceda nella giusta direzione. L'assenza di indicazioni di dettaglio, al di là delle ipotesi e delle indiscrezioni fornite nei giorni scorsi dai media, non consente però di valutare appieno la portata di quella che, ci auguriamo, possa davvero essere una svolta e non soltanto un inutile maquillage o l'ennesima perdita di tempo.
Ribadiamo che, qualunque sia la configurazione produttiva finale ipotizzata, è indispensabile che la produzione di acciaio sia subordinata ad una valutazione preventiva che stabilisca qual è la quantità di acciaio che si può produrre a Taranto senza creare danni inaccettabili per la salute dei cittadini e dei lavoratori.
Legambiente chiede che si proceda prioritariamente alla VIIAS, la Valutazione preventiva dell'impatto ambientale e sanitario, dell'impianto siderurgico tarantino per definire se e quanto si può produrre nello stato attuale degli impianti e quanto si potrà produrre con la nuova configurazione produttiva che emergerà dal nuovo Piano Industriale
Lo chiediamo dal 2013, speriamo di non rimanere inascoltati e che si pongano finalmente le premesse per restituire serenità e fiducia ai tarantini (fon te legambiente Taranto)