Si è trattato, infatti, del secondo momento di confronto tra tutti i soggetti territorialmente interessati con dopo la finalità di raccogliere le informazioni, arricchire il quadro delle conoscenze delle componenti territoriali e di definire i giusti obiettivi da perseguire per la valorizzazione, la salvaguardia e la tutela dell’area protetta in un’ottica di promozione di un modello di sviluppo eco-sostenibile che non rechi danno all’ambiente, alle risorse naturali e a quelle del patrimonio storico archeologico, architettonico.
All’ordine del giorno le analisi delle osservazioni e dei contributi pervenuti in ordine alle linee guida per la redazione del “documento di indirizzo” (art. 22 c. 1 della L. 394/91) riguardo l’area da destinare a protezione. In particolare il documento di indirizzo dovrà contenere l’analisi territoriale dell’area da destinare a protezione, la perimetrazione provvisoria, l’individuazione degli obiettivi da perseguire nonché la valutazione degli effetti (ambientali, socio-economici, storico-culturali) dell’istituzione dell’area protetta sul territorio in questione.
"Valuto positivamente l'incontro odierno perché ho potuto constatare come ci sia la volontà da parte di tutti gli attori in campo di arrivare tutti insieme alla fine del percorso", commenta il consigliere regionale Gianni Liviano, promotore della legge regionale che vuol fare del Mar Piccolo un parco regionale quindi un'area protetta.
"Certo - aggiunge Liviano - sono emerse alcune perplessità che, però, testimoniano al tempo stesso come tutti si voglia arrivare ad una decisione condivisa. Credo che il Parco Regionale sia utile a dare il segnale di un'altra città diversa da quella dove tutti ci si ammala e si muore; che le bellezze naturali del Mar Piccolo vadano tutelate e trasmesse alle prossime generazioni; che lo stesso Parco, con gli eventuali brand e marchi, possa rappresentare un'opportunità economica per i prodotti agricoli e del mare. il Mar Piccolo possiede, tuttora, potenzialità produttive, naturalistiche e paesaggistiche meritevoli di essere sviluppate al fine di generare una nuova economia che valorizzi le potenzialità e le peculiarità del territorio, nel rispetto dei suoi equilibri vitali. Inoltre ha una straordinaria valenza storica, antropologica e militare per le sue caratteristiche naturali. A nessuno sfugge, me per primo, le esigenze di chi rappresenta gli interessi di chi ha aziende mitilicole e agricole che ricadono nell'area che si ipotizza di perimetrare a parco. Lo sforzo della politica deve essere quello di portare a sintesi e di mediare tra le varie esigenze in campo ed è quello che ci prefiggiamo di fare".
Nel corso dei lavori della Conferenza dei servizi, infatti, sono emerse le perplessità della Marina militare, rappresentata dal capitano di vascello Licciardello, in ordine agli specchi d'acqua di propria competenza e, in particolare, al possibile divieto di navigazione dei mezzi a motore. Dubbi fugati dai tecnici dell'ufficio Parchi della Regione, ai quali sono andati i ringraziamenti con loro all'assessore Pisicchio, per il lavoro fin qui profuso, i quali hanno spiegato che, al massimo, ad essere ridotti saranno soltanto i limiti di velocità.
Così come rassicurazioni sono state fornite ai rappresentanti dei mitilicoltori e degli imprenditori agricoli: le attività esistenti, è stato detto, non subiranno alcuna penalizzazione nè vincolistica più stringente anzi saranno ancor più tutelate e valorizzate. A favore anche la posizione del Comune di Taranto che, però, ha posto domande sul fatto se, nella mappatura realizzata dagli uffici della Regione, sia stato tenuto conto di progetti già in itinere e finanziati dalla Regione che l'ente locale ha già definito. Approfondimenti, questi, compresa la vincolistica relativa alle aree Sin che ricadono nella perimetrazione, che saranno fatti in vista della prossima riunione della Conferenza dei servizi. Tutti i partecipanti all'incontro produrranno, laddove non l'avessero già fatto, delle considerazioni scritte che andranno ad integrare il documento di indirizzo.
"A me non sfugge per niente - conclude il consigliere regionale tarantino - che in questa partita il Comune di Taranto è l'assoluto protagonista. È evidente che laddove c'è la propensione al dialogo il Comune resta protagonista principale. Mi preme sottolineare che le 15mila firme alla petizione, ma molte altre sono ancora in arrivo, raccontino la voglia di una comunità, quella tarantina, che ha voglia di essere protagonista del proprio futuro".