ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 15 Maggio 2022 08:05

Salvini lancia la sfida per "vincere nel 2023"

Written by  Federica Valenti
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Sotto il tetto trasparente della 'Lanterna di Fuksas, nel cuore di Roma, il segretario leghista ribadisce la sua scelta di stare nell'esecutivo: "Se avessi fatto interessi di partito avrei scelto un'altra strada, con la pandemia, è stato mio dovere mettere davanti l'interesse dell'Italia e gli italiani ce lo riconosceranno". 

Matteo Salvini riunisce a Roma imprenditori, esperti, amministratori delegati, governatori e ministri e apre la corsa della Lega in vista delle elezioni politiche del 2023. Sotto il tetto trasparente della 'Lanterna di Fuksas, nel cuore di Roma, il segretario leghista sembra 'lanciare' anche la sfida interna al centrodestra. "Il mio obiettivo non è partecipare ma vincere", scandisce. "Il centrodestra deve tornare a essere comunità e governare per migliorare il Paese", afferma.

"Non vogliamo governare tanto per governare come il Pd", attacca. "Governo e potere per qualcuno sono un fine. Per me l'esercizio del potere non è il fine del mio agire politico ma un mezzo per fare bene al Paese", insiste ancora, dopo aver ribadito di aver scelto di far parte di un esecutivo "complicato" come quello di unità nazionale per "interesse del Paese".

"Se avessi fatto interessi di partito avrei scelto un'altra strada, con la pandemia, è stato mio dovere mettere davanti l'interesse dell'Italia e gli italiani ce lo riconosceranno", è la frecciatina, indiretta, a Giorgia Meloni, che ha tenuto i suoi Fratelli d'Italia all'opposizione. In questi mesi, sostiene poi Salvini, "ho chiesto a uomini della Lega di fare un passo indietro e spero che lo stesso spirito di unità animi tutto il centrodestra, e non solo qualcuno, ma ne sono sicuro".

La giornata è impegnativa, scandita dal responsabile dei dipartimenti Lega Armando Siri, in veste di presentatore. Come impegnativi sono gli ospiti: tra gli altri, i tre a.d. di Enel, Eni e Terna, Francesco Strarace, Claudio Descalzi e Stefano Donnarumma; i ministri Massimo Garavaglia, Giancarlo Giorgetti, Mariastella Gelmini e Erika Stefani; e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Nella parte dedicata alla politica estera, arriva il video messaggio dell'ambasciatore francese Christina Masset e l'attacco a Joe Biden di Rudolph Giuliani ("in passato sarebbe finito al rogo" per le scelte fatte), in collegamento dagli Stati Uniti.

Oltre ai cavalli di battaglia leghisti - autonomia, fisco e giustizia - il tema centrale della convention è la guerra in Ucraina e le sue conseguenzesull'economia italiana. Dal podio della Lanterna il segretario leghista torne a lanciare un appello alla pace e 'corregge' la posizione in merito al tema dell'ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato, espressa alle tv. In mattinata, Salvini aveva sostenuto che ora non è il momento di parlare di eventuali nuove adesioni all'Alleanza o di allargamento dell'Ue perché "non avvicinano la pace". "Finlandia e Svezia sono Paesi sovrani e loro faranno quanto hanno diritto di decidere di fare", è la correzione dal palco.

Tra gli altri temi, pace fiscale e autonomia. "Mi aspetto dal presidente Draghi il coraggio" di fare, "dopo l'emergenza sanitaria, una grande irripetibile, massiccia, emergenziale, pace fiscale", chiede Salvini. "E' doverosa. Un saldo e stralcio di questo enorme magazzino fiscale a vantaggio di 15 milioni di italiani", afferma. Mentre sull'autonomia, il capo della Lega sollecita la ministra Gelmini, presente insieme ai governatori leghisti Attilio Fontana e Luca Zaia (quest'ultimo in collegamento) a "trovare la quadra nei prossimi giorni".

Della richiesta di istituire un tetto europeo al prezzo del gas si fanno invece portavoce l'a.d. di Eni Descalzi e il ministro leghista Giancarlo Giorgetti. "In questa situazione eccezionale dovremmo mettere un tetto al prezzo del gas, serve un cap - dice Descalzi -. Molti non lo vogliono, soprattutto nel nord Europa ma si può fare. La maniera piu' efficace da prendere a livello europeo, sarebbe assolutamente necessario farlo".

"O l'Europa approva un price cap, oppure diventa veramente difficile accettare di fare politiche comuni di solidarietà quando viene chiesto ad altri - attacca Giorgetti -. In questo momento siamo in economia, uso le virgolette, di guerra. Se l'economia è di guerra, e sicuramente i costi che subiscono le aziende sono di questo tipo come quelle dei settori 'hard to abate', si deve fare uno sforzo comune per abbattere l'onere che grava su queste imprese altrimenti sarà inevitabile da un lato la minore competitività delle medesime con alcune che saranno costrette a chiudere o una fiammata inflazionistica che genererà anche a livello di potere di acquisto delle reazioni che porteranno un circolo vizioso che non deve assolutamente accadere". 

Secondo il ministro, è quindi necessario "spegnere l'incendio in origine e bloccare al massimo l'impatto dell'aumento dei costi in termini di produzione, altrimenti sarà impossibile mettere ordine in un sistema globalizzato". "Sono molto preoccupato, se chiude una impresa industriale non riapre più", conclude.  Nel parterre di ospiti 'eccellenti', a un certo punto compare Mariano Apicella, autore di canzoni con Silvio Berlusconi. Prossima tappa della conferenza programmatica itinerante leghista 'E' l'Italia che vogliamo' il 23 maggio a Genova. Tra i temi infrastrutture, logistica e codice degli appalti. AGI

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