ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 15 Settembre 2016 10:39

L'Europa si fa scudo del Brexit per coprire i suoi errori

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La Brexit continua ad essere argomento caldo di Bruxelles, come se non ci fosse altro a cui pensare. Oggi il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker colto dai fantasmi della Brexit, per la prima volta in un vertice a 27, alle porte del vertice di Bratislava, in cui si tratterà del tema controverso del Ttip da cui dipenderà il destino di centinaia di milioni di europei e le ripercussione che ci saranno sull'Europa, pensa a ridisegnare il futuro dell'Europa senza la figura "ingombrante" di Londra, per la prima volta assente "giustificato" nell'incontro odierno.

Tutta l'avversione lanciata contro Londra e la tracotanza espressa in un trilaterale dai leader dei principali paesi membri riuniti a Ventotene in cui si è detto che l'Europa può andare avanti, anche senza il Regno Unito, se così è, mi vengano a spiegare perché nel vertice di oggi a Strasburgo, la scena che domina sarà ancora il Brexit?

Vi resta difficile immaginare un futuro senza Londra in una Europa strozzata dalla crisi economico-finanziaria che ha cambiato il volto del continente negli ultimi otto anni?

Tante cose sono accadute nel range temporale. Ai problemi già in essere si sono aggiunti negli ultimi anni, altri, non di poco conto, la migrazione, le inutili sanzioni imposte a Mosca, che per alcuni paesi coinvolti direttamente da scambi commerciali, vedi Italia, si sono rivelate un boomerang; non meno grave il terrorismo che si è accanito in particolare su paesi ad alta presenza di comunità islamiche, Francia e Belgio, successivamente anche la Germania per l'apertura scellerata della Cancelliera Merkel verso gli arrivi dai corridoi balcanici, è stata direttamente coinvolta. Infine lo strano feeling con Ankara di cui ancora non ho compreso se porterà verso un fidanzamento o qualcosa di più istituzionale, il matrimonio. Penso che non lo sappia neppure Bruxelles che si muove come un elastico a volte lo tende e a volte lo ritira.

E del momento incerto dell'Europa ne ha parlato anche il Commissario per gli Affari Economici Pierre Moscovici nel suo intervento a Strasburgo: "l'Europa dei 28 è l'oggi, quella a 27 è l'avvenire, quella a 19 dell'Eurozona è il cuore pulsante della Ue". poteva non far sentire la sua voce il presidente della Banca centrale europea (Bce) Mario Draghi che da Trento ha avvertito: "E' pericoloso fermarsi a metà cammino con l'Unione europea". 

Non poteva mancare l'intervento catastrofico del capogruppo dei socialisti al Parlamento europeo il lucano Gianni Pittella, "con il ritorno agli stati si riaccendono gli egoismi nazionali che portano all'implosione e sfoceranno in sangue e guerre".

Tra le tante parole che ho avuto modo di ascoltare dal capogruppo Pittella, durante il viaggio di rientro a Roma a poche ore dal discorso che terrà questa mattina Junker, qualcosa di sensato ho captato, ovvero la richiesta del raddoppio dei fondi per il piano di investimenti, la triplicazione di quello per gli aiuti ai lavoratori colpiti dalla globalizzazione.

In sintesi ha chiesto, un colpo di reni alla Commissione, che rimetta in discussione, la vergogna del Patto di stabilità, una tagliola per il rilancio della crescita e dell'occupazione e uno sforzo nella lotta all'evasione e all'elusione, tra i problemi endemici principali, da cui sono afflitti molti paesi membri, Italia, Grecia, Romania, Croazia, che necessitano di una cultura volta alla legalità.

Per finire è ora di dire basta a regimi fiscali favorevoli, adottati da alcuni Paesi membri usati per attirare investimenti, senza che l'Europa abbia mai puntato il dito. Ci rendiamo conto del danno per le casse degli Stati direttamente coinvolti?

Provate a vedere quante società hanno la ragione sociale in Irlanda, avete mai sentito rimproveri verso il paese, solo ora che sotto la graticola è finita il colosso Apple se ne parla, ma quante altre società piccole medio grandi continuano ad avere la sede legale nella verdeggiante Irlanda, tra cui, molte italiane?

Sarebbe opportuno che con la rivoluzione industriale, da fordista a robotizzata cominciamo a porci delle domande, quale sarà il futuro dei nostri figli quando il lavoro sarà affidato a intelligenze artificiali? Di questo, l'Europa si dovrebbe occupare, senza perdere altro tempo, la tecnologia corre alla velocità della Luce, l'Europa alla velocità del suono, il gap è considerevole, non c'è più tempo per le parole, c'è bisogno di fatti, prima che l'Europa collassi su se stessa.

Tra le prime emergenze è vitale attivare un fondo europeo di assicurazione per i disoccupati, che con una società robotizzata cresceranno esponenzialmente e si ripercuoteranno sui consumi. È una ruota, meno lavoro meno consumi, meno consumi meno entrate per lo Stato, meno entrate per lo Stato deperimento dei Servizi, meno Servizi depauperamento della società.

Se non si interrompe questo filo ferale, non ci sarà futuro per gli Stati sovrani, pensate  possa esserci per l'Europa che deve la sua esistenza ai fondi degli Stati sovrani?

Bisogna da subito mettere mano a nuove politiche del lavoro e fiscali. Cari leader europei vi ricordo che il progresso tecnologico non può essere fermato, sta al libero arbitro dell'uomo, in quanto essere pensante, saper trovare i correttivi giusti che siano simbiotici al progresso tecnologico, uno di questi potrebbe essere la “rimodulazione della ricchezza”, in fin dei conti se la ricchezza è in mano a pochi il denaro non circola è l'economia non cresce, se al contrario la ricchezza viene spalmata, aumentano i consumi e di conseguenza il lavoro; è lapalissiana per la funzionalità di una società.

Mi auguro che i FFrr. presenti in aula facciano pervenire questo mio ragionamento al Fr. Junker, che gli apra la mente e prenda nella giornata odierna le misure giuste per rilanciare l'Europa con un piano di investimenti sostenuto di almeno 500 miliardi e un piano di finanziamento per i paesi africani, solo se l'Europa interverrà con aiuti fattivi sul posto, si eviteranno esodi biblici a cui assistiamo da anni, utili solo a finanziare organizzazioni malavitose.

 Poi sarebbe non credo sia costruttivo continuare a finanziare lo stato criminale di Kiev, che usa detti aiuti in acquisto di armi con cui viene sistematicamente massacrato il popolo del Donbass.

Mi auguro che vengano prese nell'importante vertice odierno misure drastiche per la sicurezza dei cittadini costretti a vivere in alcune città agli “arresti domiciliari”, e questo è inaccettabile. Sarebbe ora da ripensare ad un nuovo piano per la migrazione, quello precedente è stato un flop, bisogna rafforzare i controlli alle frontiere per gli stranieri per evitare la vergognosa pagina a cui abbiamo assistito a Como, che non è servita ad altro che arricchire l'organizzazione dei "passatori" che lucra su questo triste fenomeno del nostro tempo.

Mi aspetto un dietro front di Merkel e Hollande, Renzi non lo nomino nemmeno non fa testo è solo il portavoce di Washington e ieri ne abbiamo avuto le prove, mai era accaduto che un ambasciatore dettasse gli indirizzi politici in un Paese estero.

Ancora aspetto di leggere il piano ambizioso dell'Alto rappresentate Ue Federica Mogherini, che da mesi ci ammorba con questi super piano, ma che al momento è solo nella sua testa. Ci avviciniamo alla fine del 2016, scadenza data dalla Mogherini e del piano neppure l'ombra.

Non voglio essere maligno, non è che la Mogherini aspetta l'investitura del nuovo presidente degli Stati Uniti per avere la sua benedizione? Voi direte, ma che c'entra l'Europa con gli Stati Uniti, noi siamo un Continente, è vero ma solo geograficamente, perché la stanza dei “bottoni” non è a Bruxelles ma a Washington.

Sono loro che decidono per noi, ma ci fa comodo non saperlo. Cosa accadrà in questi 2 giorni intensi? Tra Strasburgo e Bratislava si deciderà il futuro dell'istituzione europea e una accelerata al distacco tra la Commissione ed i governi sovrani che la compongono sempre più euroscettici. Bruxelles ha perso quella vitalità che era nei padri fondatori di una Europa unita e federale. Mi auguro che almeno una parte delle mie speranze in questi 2 giorni di lavori comuni vengano esaudite.

 

Maurizio Compagnone
Opinionista de “La Gazzetta italo brasiliana”

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