Se la consultazione si fosse svolta entro quella data, avrebbe potuto provocare elezioni anticipate. Tenendosi più tardi, invece, anche nel caso in cui porti alla destituzione di Nicolas Maduro, implicherà solo la sua sostituzione con il vice-presidente fino alla fine del mandato nel 2019.
La commissione ha inoltre imposto ai promotori del referendum un’ulteriore raccolta di firme: 4 milioni in 3 giorni, dal 26 al 28 ottobre. Ovvero un elettore su 5.
Ma non basta. Perché l’iter sia valido, la soglia del 20% delle firme dovrà essere raggiunta in ogni Stato del Venezuela, informa Euronews.
L’opposizione protesta e chiede di cambiare le regole. Ma intanto lo scenario che si profila potrebbe scoraggiare l’elettorato, già stanco della crisi economica del Paese, che ha svuotato i negozi e fatto schizzare l’inflazione oltre il 700%.
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