ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 05 Ottobre 2016 00:54

Venezuela: sanità pubblica allo stadio terminale la storia di Ashley, tre anni e neonati in scatole di cartone

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La sanità pubblica del Venezuela è allo stadio terminale

Già lo scorso gennaio, il parlamento aveva dichiarato l’ emergenza sanitaria nazionale chiedendo che venissero sbloccati gli aiuti internazionali.
La situazione resta gravissima, la storia di Ashley, tre anni è emblematica. Una banale caduta stava per costarle la vita.

La madre, Oriana Pacheco: “È caduta, aveva una leggera escoriazione. Che ho disinfettato, mai avrei pensato quello che sarebbe arrivato in seguito, Due settimane dopo,l‘è stata diagnosticata una setticemia”

Il pediatra spiega perché questa complicazione inseguito a una banale caduta:

Richard Rangel: “Ashley è arrivata in ospedale con un’infezione cutanea.
Il batterio è entrato nel sistema linfatico e ha causato una polmonite. Che di seguito ha causato un’infezione dell’endocardio. Una seconda infezione dunque.
Per evitare tutto questo avrebbe dovuto prendere un antibiotico specifico che non era disponibile”.

La scorsa primavera, in una settimana, questo pediatra si è visto morire sotto gli occhi 5 bambini.

La situazione di molti ospedali venezuelani resta tragica: non solo mancano gli antibiotici, ma anche i guanti sterili i defibrillatori non funzionano, i medici usano i loro smartphone per guardare le lastre; prima di un’operazione i chirurghi si lavano le mani con acqua gasata o seltz.

La piccola Ashley è sopravvissuta grazie alla tenacia dei suoi genitori, che si sono rivolti a ospedali privati per comprare i medicinali e che hanno venduto tutto per assistere la propria figlia.

La situazione sanitaria venezuelana ha dell’incredibile ma è solo uno degli aspetti del degrado della vita del Paese.

In Venezuela manca tutto: elettricità, acqua, beni di prima necessità, lavoro e sicurezza.

Ashley è stata dimessa a fine settembre dopo due mesi di degenza, nel 2013 il Venezuela è entrato in una gravissima recessione economica da cui non riesce a uscire.

Questo il servizio dell’agenzia europea di notizie Euronews, a cui fa seguito quanto ha pubblicato Il Fatto quotidiano il 23 settembre scorso e che vi riproponiamo di seguito:

Venezuela, la denuncia di un pediatra: “Neonati in ospedale in scatole di cartone”

Neonati in scatole di cartone. È l’ultima fotografia, dopo quelle delle file interminabili per il cibo e di Caracas in tilt per lo sciopero degli autisti, che arriva dal Venezuela stremato dalla crisi. Un medico venezuelano, Manuel Ferreira Guzman, ha pubblicato sul suo account Twitter le immagini dei piccoli che dormono tranquilli dentro le confezioni che contenevano medicinali riciclate come culle.

Le foto sono state scattate nel reparto maternità dell’ospedale Domingo Guzman Lander, nello stato di Anzoategui nel nord est del Paese e il medico come didascalia ha aggiunto una parafrasi del testo di una famosa canzone di Ali Primera, celebre cantautore impegnato “che triste come arrivano i bimbi nelle loro culle di cartone”. Le immagini mostrano i bambini dentro a cartoni di una marca locale di farmaci, allineati su un tavolo dell’ospedale ed identificati con un foglio di carta attaccato con dello scotch. L’immagine è rapidamente diventata virale e poche ore dopo la sua diffusione, come racconta lo stesso medico, i responsabili dell’ospedale hanno proceduto a sostituire le scatole di cartone con vere culle.

La mia denuncia almeno è servita a fare accomodare un po meglio quei bebè”, ha commentato Guzman. Il Paese sta soffrendo una grave crisi provocata anche dalla caduta dei prezzi del petrolio: mancano cibo, molti venezuelani vanno in Colombia a comprare i generi di prima necessità, e farmaci. L’inflazione è salita di il 180% nel 2015.

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