I contiani ritengono che Di Maio stia cercando lo strappo nascondendo il vero nodo del contendere. I fedelissimi del ministro degli Esteri pensano che l'atteggiamento di Conte sia una sorta di harakiri e che si ponga contro la posizione portata avanti dall'intero esecutivo. A essere a rischio è la tenuta del governo.
Resta il nodo sull'invio di altre armi a Kiev, martedì al Senato possibile conta nelle votazioni al testo. I pentastellati chiedono di inserire la de-escalation militare e assicurano che "non e' in discussione la lealta' verso la Ue e l'Alleanza". Pd: "No a fughe in avanti". L'ambasciatore russo Razov: in Italia non tutti d'accordo sull'invio di armi.
Scontro nel partito, interviene Grillo. Cubeddu all’AGI: "L'ex premier più democratico del ministro degli Esteri". Nocerino: "Se Luigi volesse potrebbe ripresentarsi".
Nei Palazzi della politica l'ipotesi di una eventuale formazione di un soggetto politico che abbracci poi un'area trasversale comprendente i ministri governisti di FI e perfino quelli della Lega, è diventata materia di discussione ancor di più delle differenti divisioni tra il ministrio degli Esteri e Conte.
In 'chiaro' tutti lo negano, ma nel MoVimento 5 Stelle, dopo le amministrative, è caos. Voci insistenti parlano di defezioni. E anche 'Rousseau' di Casaleggio, con cui è stata rottura, non le manda a dire. È il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a rompere un silenzio, durato, secondo molti, anche troppo.
Al primo turno, nei comuni più grandi, il centrodestra di aggiudica 9 sindaci: Palermo, Belluno, Genova, La Spezia, L'Aquila, Pistoia, Asti, Rieti e Oristano. Tre al centrosinistra: Lodi, Padova e Taranto. I ballottaggi il 26 giugno.
Una preoccupazione legata anche a quello che faranno Di Maio e Grillo qualora il pronunciamento del tribunale di Napoli dovesse portare ad una nuova sospensiva dei vertici e all'annullamento dell'ultimo voto sulle regole interne.
Insanabile la frattura con il leader Giuseppe Conte e in molti adesso gli chiedono di dimettersi da europarlamentare.
Avvertimento di Letta a tutta la maggioranza: "Se si accumulano gli incidenti si finisce fuoristrada e poi è difficile rimettere la macchina in carreggiata".
Il leader Giuseppe e il Consiglio nazionale (che ha deliberato all'unanimità) condannano l'aggressione della Russia, invocano, se si renderanno necessarie, sanzioni anche più severe di quelle messe in atto.