ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 17 Maggio 2017 09:56

Venezuela: 46 giorni di proteste contro Maduro, 43 morti

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Caracas (Venezuela) - Quarantaseiesimo giorno di proteste in Venezuela contro il presidente Nicolas Maduro, la crisi e la sua idea di riforma costituzionale.
Dura la repressione: due morti nelle ultime 24 ore tra cui un manifestante adolescente, Luis Alviarez, a Palmira, città nel Nord. Fonti dell’opposizione contano 43 morti in 46 giorni di proteste.

I manifestanti questo lunedì sono scesi in piazza in diverse città del Paese e hanno annunciato una settimana calda. A Caracas, nonostante la pioggia, hanno bloccato per 12 ore l’autostrada.
Il Paese è ormai stremato da una crisi economica con svalutazione della moneta e penuria di ogni tipo di rifornimento compresi cibo e medicine.

17enne morto in proteste

Un ragazzo di 17 anni è stato ucciso ieri durante una protesta dell'opposizione nello Stato venezuelano di Tachira, portando così ad almeno 46 il bilancio di morti dall'inizio delle manifestazioni contro il governo di Nicolas Maduro, a inizio aprile. La notizia è stata confermata dall'Ombudsman nazionale, William Tarek Saab, dopo essere stata data da portavoce locali dell'opposizione, secondo i quali le vittime della giornata di ieri in realtà sarebbero due.

Card. Porras, “il 21 maggio tutti in preghiera contro la violenza e l’oppressione”

“Il 21 maggio la Conferenza episcopale venezuelana ha promosso una giornata di preghiera. Un invito che estendo a tutti voi, affinché in Venezuela si ponga fine alla violenza e all’oppressione da parte dello Stato e si promuova il dialogo e la riconciliazione”. È l’invito rivolto dal cardinale Baltazar Enrique Porras, arcivescovo di Mérida, durante un colloquio con Acs (Aiuto alla Chiesa che soffre). “Quanto stiamo vivendo non si può comprendere da fuori – afferma -. E sullo sfondo dello scontro politico vi è una popolazione privata di cibo, medicine, libertà, sicurezza personale e tutela giuridica”. Il cardinal Porras esprime anche le preoccupazioni dei vescovi venezuelani, contrari in particolar modo all’intenzione del presidente Nicolas Maduro di convocare una “Assemblea Costituente del popolo”, per riformare la struttura giuridica dello Stato. “Una decisione sbagliata e non necessaria. La Costituzione deve essere seguita, non cambiata – osserva -. Chi è in disaccordo con il governo deve affrontare minacce, multe, detenzione e perfino deportazione”.
Il cardinale Porras riferisce di come il governo cerchi di mettere a tacere il dissenso. “Ogni volta che è in programma una manifestazione, viene organizzato un evento nello stesso giorno e alla stessa ora”. Mentre lo scontro tra governo e opposizione si protrae ormai da cinque anni, la popolazione soffre per la mancanza dei beni di prima necessità. “Ho visto morire un sacerdote di 35 anni a causa di un’emorragia cerebrale – racconta – perché non era disponibile la medicina che avrebbe potuto salvarlo. Ma questa tragica situazione è costantemente negata dalle fonti ufficiali e non possiamo neanche parlare di aiuti umanitari perché apparentemente abbiamo tutto! Ogni qualvolta denunciamo la mancanza di viveri o medicine, ecco apparire magicamente una foto che mostra l’esatto contrario”. Il card. Porras chiede alla comunità internazionale di “cercare di ottenere informazioni aggiornate e obiettive”.

 

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