Sventolando migliaia di bandiere bianche e blu impiegati, studenti, agricoltori e imprenditori sfilano al grido di "Assassini" davanti alle forze dell'ordine per le strade della capitale, Managua, ma anche in altre città del Paese.
"Io sono giovane - dice questa manifestante -, il mio Paese fa male, la mia patria, la mia famiglia piange, i miei amici, i miei cugini, tutti piangiamo, non è possibile perché Ortega fa soffrire il Nicaragua".
"Questa protesta è più grande di tutto il resto, perché le persone si sono stancate, le persone sono logorate dalla violazione dei diritti, della violazione della Costituzione, si tratta di essere stanchi e maltrattati".
I nomi delle vittime della repressione sono stati scritti e resi visibili sulle bandiere, nel corso delle manifestazioni di protesta.
Il Presidente, Daniel Ortega, aveva in precedenza annunciato la revoca della riforma previdenziale, che ha dato il via alla violenta ondata di proteste in cui è deceduto, tra l'altro, anche un giornalista, Angel Gahona, colpito alla testa da un proiettile.
I manifestanti si oppongono alla riforma delle pensioni, che prevede una riduzione degli assegni sociali del 5% a fronte di un incremento dei contributi chiesti, tanto ai lavoratori quanto alle imprese.