A Palazzo Chigi non c'è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende". Lo dice, intervistato dal 'Corriere della Sera', il vice premier Luigi Di Maio, commentando l'allarme lanciato dal sottosegretario Giorgetti.
"Le nostre idee - aggiunge - mirano a stabilizzare la situazione economica italiana. I provvedimenti fondamentali del contratto li faremo col massimo rispetto degli equilibri di bilancio, ma anche chiedendo all'Europa di farci fare le riforme che ci permetteranno di abbattere il debito pubblico". "II decreto Dignità aumenterà la produttività delle aziende. La Flat tax e il reddito di cittadinanza ci permetteranno di aumentare la domanda interna".
Per quanto riguarda il deficit di bilancio, secondo il leader pentastellato, "non ci sarà bisogno di sforare", il tetto del 3%. "Con Conte e Tria convinceremo la Ue a farci fare riforme che porteranno all'abbassamento del debito e all'aumento della domanda interna". Nessun problema col Carroccio: "Con la Lega possiamo lavorare cinque anni in piena lealtà. Quanto alle Europee, i numeri dicono che la maggioranza formata da Ppe e Pse non esisterà più, finirà l'epoca dell'austerity e inizierà un nuovo settennato di bilancio espansivo". Di Maio sottolinea poi la necessità, "viste le crisi che ci ha lasciato il precedente governo", di un "decreto legge per ricostituire la cassa integrazione per cessazione".
"Mi sto battendo per risolvere il problema dei prenditori che se ne vanno all’estero e, come ha fatto la Bekaert, lasciano 318 famiglie in strada. Prima, se un’azienda delocalizzava, i lavoratori avevano la Cassa integrazione per 36 mesi, circa l’80% dello stipendio. Da quando il Jobs Act l’ha eliminata finiscono nel vortice dei centri per l’impiego a 50 o 60 anni. Finché non li riformeremo queste famiglie hanno bisogno di aiuto". Lo ha detto Luigi Di Maio, ministro per il Lavoro e lo Sviluppo economico in una intervista al Corriere della Sera. "Viste le crisi che ci ha lasciato il precedente governo si impone un decreto legge per ricostituire la cassa integrazione per cessazione».