La settimana è iniziata in Venezuela con un nuovo blackout generale di almeno 7 ore. L'interruzione dell'energia elettrica si è registrata alle 16:45 del lunedì 22 luglio in 22 dei 24 Stati del Paese. È l'ultima dimostrazione (in ordine di tempo) del fallimento del sistema socialista bolivariano: una potenza energetica che non distribuisce energia.
"La situazione in Venezuela è ancora molto grave". Lo ha detto all'ANSA l'ambasciatore italiano in Venezuela, Placido Vigo, a margine della XIII conferenza degli ambasciatori e delle ambasciatrici.
A due anni e mezzo dalla firma degli accordi di pace con le Farc, promossi da Cuba e anche dal Vaticano, la guerriglia non è affatto finita. Si è solo spostata. Il Venezuela è diventato un santuario del movimento armato comunista e al confine fra Venezuela e Colombia aumentano omicidi, rapimenti e traffici illeciti.
Il leader dell'opposizione venezuelana Henri Falcón vuole il sostegno degli Stati Uniti per diventare presidente del Venezuela e ha ingaggiato un lobbista residente in Canada offrendogli 200.000 dollari per raggiungere questo obiettivo.
Il governo della Norvegia ha diffuso ieri sera un comunicato in cui sostiene che "i rappresentanti dei principali attori politici del Venezuela continuano i negoziati iniziati ad Oslo nel quadro di un tavolo che lavora in modo continuo e veloce" nell'isola caraibica di Barbados.
Lega e M5S hanno votato in modo contrapposto alla risoluzione sul Venezuela al Parlamento europeo. I leghisti hanno approvato il testo, mentre i pentastellati si sono astenuti. A votare a favore della risoluzione anche Pd, Forza Italia e Fratelli d'Italia.
Riceviamo e pubblichiamo dal On Andrea Delmastro deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo FDI in commissione Esteri.