Prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 5,1-6.9-11. Fratelli, riguardo ai tempi e ai momenti, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti voi ben sapete che come un ladro di notte, così verrà il giorno del Signore.
Io mi considero un prodotto culturale di Università critica, rettore F. Alberoni, epistemologo Alberto Pasquinelli, che ci illustrò il metodo di Galileo –provando e riprovando [ovvero: fare affermazioni provate e falsificare quelle avverse].
Affrontare la lettura di un libro di poesia è sempre un grande onore e una grande responsabilità, perché è come se il poeta mettesse a nudo la parte più intima e profonda di sé e l'affidasse al lettore.
L’8 settembre 1943 viene ricordato dall’Anpi come inizio della Resistenza[1]. Il mio me esiste grazie all’8 settembre 1947. Mio padre Gino sposò mia madre Luigia. Quella notte seguita all’8 settembre Luigia ricevette il seme che mi fece nascere il 1 giugno…
L’operazione in titolo è piuttosto ardita. Avendo raggiunto i settant’anni mi perito di osservare come poteva venir osservata la parola settanta in zumero in epoca accado-zumera.
Ci sentiamo consolati, fratelli, a vostro riguardo, di tutta l'angoscia e tribolazione in cui eravamo per la vostra fede; ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimanete saldi nel Signore.
Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio.
I quei giorni, la parola del Signore mi fu rivolta per dirmi: "Tu, cingiti i fianchi, alzati e dì loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro. Ed ecco oggi io…