ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Items filtered by date: Martedì, 28 Giugno 2016

L’Italia colonia dell’impero britannico lo affermano Mario José Cereghino Giovanni Fasanella. Ecco le prove della guerra senza quartiere condotta per tutto il Novecento dalla diplomazia di Sua Maestà per controllare l’opinione pubblica italiana in funzione degli interessi economici e politici inglesi. Una guerra segreta perché combattuta con mezzi non convenzionali tra nazioni amiche e, per una lunga fase della loro storia, persino alleate. Invisibile ma non meno dura delle altre. E nella quale la stampa, la radio, la televisione, l’industria editoriale e dello spettacolo hanno avuto un ruolo preponderante.

Published in Libri

Nuove mani robot 'disegnate' per un controllo più naturale dei movimenti e il recupero delle sensazioni tattili. Migliorare la vita quotidiana degli amputati, grazie a una nuova interfaccia uomo-macchina che permette il controllo naturale dei movimenti e rende più facile il recupero delle percezioni tattili del paziente, è infatti la sfida del progetto di ricerca europeo 'DeTop' ('Dexterous Transradial Osseointegrated Prosthesis with neural control and sensory feedback'), ai primi passi, di cui è capofila e coordinatore l’Istituto di BioRobotica della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa.

Published in Salute & Benessere

Roma - Diffondere la cultura imprenditoriale. Questo è l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato a Roma da Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, e Guido Carella, presidente di Manageritalia.

Published in Lavoro

Riceviamo e pubblichiamo

 

Abbiamo già avuto modo in passato di esprimere il nostro parere – unitamente ad altri - sulla concessione Grimaldi senza per altro ricevere alcun riscontro pratico.

Non avevamo e non abbiamo nulla contro la presenza di Grimaldi a Brindisi, tutt’altro ne siamo contenti perché è la conferma delle notevoli potenzialità del nostro porto. Ma non siamo affatto favorevoli alle condizioni contenute nella concessione, posto che sia sensato dare in uso le uniche banchine operative disponibili nel porto.

Sarebbe più saggio aumentare gli accosti e solo dopo valutare la necessità di quante darne, a quali condizioni darle e a chi darle (nel senso che potrebbe essere un terminalista puro anziché un armatore). Comunque sia una durata di venti anni la giudichiamo estremamente eccessiva dal momento che il periodo concesso dovrebbe essere strettamente legato alla qualità e alla quantità degli investimenti che il concessionario si impegna a fare. Non ci sembra questo il caso.

I termini (la durata, il quantum ed altro) concessi nell’accordo sono tali da poter fare configurare il danno erariale. Pertanto alla luce di ciò e dell’ormai prossimo scenario causato dalla riforma dei porti – e  consiglieremmo alla politica di concentrarsi su quel versante per evitare al porto l’ennesimo schiaffo – riteniamo sia responsabile annullare la riunione del Comitato portuale del 1 luglio prossimo o ritirare l’ordine del giorno.

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Published in Brindisi

Il 23 giugno scorso la Gran Bretagna ha votato in maggioranza per l'uscita dall'Unione Europea ed è la prima volta che uno Stato abbandona il progetto di integrazione continentale.

Il fatto non sorprende più di tanto poiché, come scrivono il Wall Street ed altri giornali, non fa altro che sancire una chiusura definitiva dell'Isola di Sua Maestà verso un'istituzione mai troppo amata, con uno carso feeling sempre sottolineato dalla mancata adesione all'Euro da parte della Gran Bretagna stessa.

Ma, nonostante il poco amore verso l'UE, non è però così facile per il Governo Cameron pilotare questa uscita, tanto è vero che il premier ha tenuto prima del referendum un atteggiamento che gli antieuropeisti hanno definito non netto e preciso ed anzi, al contrario, di essere proprio lui il primo a nutrire forti dubbi sul Brexit. D’altra parte, Euro o non Euro, far parte dell'UE ha permesso alla Gran Bretagna di non rimanere isolata rispetto decisioni importanti in materia di economia e geopolitica.

La notizia della vittoria di “Brexit” ha causato un crollo della sterlina sul dollaro, con perdite oltre il 10 per cento, le più alte degli ultimi 30 anni e, nel giorno della vittoria degli antieuropeisti inglesi, le principali borse europee hanno avuto perdite consistenti a causa delle incertezze sui mercati: Milano ha chiuso a -12,48 per cento, il suo peggior risultato degli ultimi decenni.

La seduta della borsa di Londra si è chiusa a -3,15 e il direttore della Banca centrale britannica, Mark Carney, ha tenuto una conferenza stampa per rassicurare i mercati e promettere fino a 250 miliardi di sterline in interventi per stabilizzare l’economia britannica nelle prossime settimane.

Inoltre, un recentissimo documento (pubblicato appena prima del referendum), a firma di Michael Grubb (professore di politiche energetiche internazionali presso UCL Institute of Sustainable Resources) e Stephen Tindale, direttore dell’Alvin Weinberg Foundation, avverte di conseguenze invece negative ci dice che l’uscita causerà in Gran Bretagna un rallentamento degli investimenti per nuove infrastrutture e anche una frenata nello sviluppo delle fonti rinnovabili (l’UE, infatti, con ogni probabilità non avrebbe più alcun interesse a “premere” su Londra per il raggiungimento degli obiettivi in tal senso al 2020).

Inoltre, sul versante elettrico, i quadro rischia di essere molto complicato, poiché la Gran Bretagna importa una piccola frazione di elettricità, pari al 6,5% circa dei suoi consumi nazionali, la l’ostacolo più rilevante è di tipo fisico, perché la capacità d’interconnessione tra il Regno Unito e l’Europa continentale è tuttora sottodimensionata.

Non a caso, National Grid (l’equivalente inglese della nostra Terna) vorrebbe raddoppiare questa capacità, stimando benefici nell’ordine di 500 milioni di sterline l’anno grazie a un incremento delle importazioni elettriche.

Altrimenti l’Inghilterra rischia di diventare un’energy-island, cioè un’isola energetica dove gli scambi con l’esterno sono limitati.

Se per il gas Londra potrebbe rimediare facendo arrivare più combustibile liquefatto via nave, nel campo della generazione elettrica è impensabile affidarsi a importazioni che non siano provenienti dai Paesi più vicini.

La costruzione di nuovi impianti di generazione in Gran Bretagna (parchi eolici offshore, centrali a gas e anche reattori nucleari), in buona sostanza, dovrà andare di pari passo con un potenziamento delle reti elettriche transnazionali.

Ma per realizzare i nuovi interconnettori, come evidenzia il documento redatto da Grubb e Tindale, servono accordi bilaterali e un notevole livello di cooperazione tra i paesi coinvolti e la Brexit potrebbe rallentare parecchio gli investimenti o anche bloccarli del tutto.

Nella peggiore delle ipotesi, cioè la fuoriuscita inglese dall’area economica europea (i cui paesi membri, è bene ricordare, devono comunque seguire le regole UE in tema di energia),i progetti inglesi come la prevista rete del Mare del Nord, perderanno i fondi europei.

Altre conseguenze si potrebbero avere nel settore farmaceutico, poiché, come scrive a freddo in una nota del 24 giugno Massimo Scaccabarozzi presidente di Farmindustria, Londra dovrà anche dare continuità all'impegno e agli investimenti delle imprese del farmaco ed anche se le Istituzioni britanniche e quelle europee sapranno individuare in tempi brevi le giuste soluzioni, certamente la Gran Bretagna si troverà per un certo lasso di tempo a mal partito e, per una volta, minacciata da altre nazioni fino a ieri considerati “minori”.

A tal proposito (e questo ci fa molto piacere), Scaccabarozzi ribadisce che in questa difficile pagina di storia, l'Italia ha le carte in regola per ospitare in futuro la sede dell'European Medicines Agency, "A nostro favore - conferma Scaccabarozzi - giocano importanti fattori. L'industria farmaceutica made in Italy è ormai una realtà 4.0 di primo piano in Europa. Siamo secondi per produzione a un'incollatura dalla Germania, ma primi per valore pro-capite e con un export da record che supera il 70% della produzione, con investimenti in crescita (+15% negli ultimi due anni) e ad un passo dal diventare un hub europeo per la ricerca, anche clinica, con investimenti di 1,4 miliardi.

L'Italia può poi contare su un'Agenzia del farmaco (Aifa) riconosciuta a livello internazionale come modello di best practice per l'innovatività delle modalità di accesso ai farmaci.

Un effetto negativo italiano, invece, secondo il filosofo Cacciari, il Brexit l’avrà sul Governo Renzi.

In una intervista sull’Unità il filosofo dice: “Questo voto inglese è il sintomo di una crisi che viene da lontano, non mi sorprende più di tanto” e il “caos europeo avrà delle ripercussioni anche su di noi, certamente. A partire dal referendum di ottobre. Parliamoci chiaro: il voto inglese è un favore ai sostenitori del No perché per molti aspetti va nel senso della contestazione, della disgregazione”; e di fatto “gli inglesi hanno indebolito anche la leadership italiana nel momento in cui hanno dato un colpo all’Europa”.

Rispondendo alla domanda del giornalista, Cacciari afferma che, in caso di sconfitta al referendum, Renzi “volente o nolente dovrebbe andar via, certo”.

Il motivo è che “sarebbe troppo debole per continuare. E sarebbe il caos italiano. Anzi, una situazione molto più incasinata di quella della Gran Bretagna. Un caos italiano dentro un caos europeo. Dio ci salvi”.

E’ sempre Cacciari che, su “Le interviste della Civetta” afferma che il vero punto è che o l’Europa, senza fughe in avanti, ridiscuta tutte le sue politiche, rimettendo mano ai suo diversi Trattati e cominci un’Europa sociale, opposta a quella della Grecia, in modo che i cittadini europei avvertono il cambiamento e comincino a pensare, come pensavano venti anni, fa fino all’euro, o scapperanno tutti.

In effetti uno dei principali effetti del Brexit riguarda il fatto che un certo tipo di "racconto" dell'Unione Europea non funzioni più e che questo voto, cavalcato, strumentalizzato e non capito, ha partorito scenari deteriori; perché, evidentemente, ha fatto capire che è l'Unione Europea da riformare profondamente, da ripensare, da trasformare in un'istituzione trasparente e davvero orientata alla giustizia sociale, anziché alla schiavitù nei confronti dei mercati. E questo è un effetto certamente propositivo.

Tornando all’Inghilterra, va detto che il Paese è nel totale sbalordimento, c’è chi chiede una secessione scozzese, chi propone un’annessione dell’Irlanda del Nord all’Irlanda,  anche molti londinesi stanno esprimendo la loro insofferenza e chiedono che la capitale se ne vada per la sua strada, diventando una “città Stato”. Non va dimenticato a questo proposito che  non è stata Londra a far vincere la Brexit, bensì l’Inghilterra più profonda, rurale e conservatrice: il “Remain”, a Londra ha stravinto (2,2 milioni rispetto a 1,5 milioniI i “Leave”, coloro che volevano restare.

Un altro effetto internazionale negativo e che Brexit potrebbe spingere altri paesi a muoversi sulla stessa direzione; soprattutto quei paesi che alcuni europeisti chiamano “sanguisughe” perché necessitano dei fondi Ue per andare avanti, come, ad esempio, Polonia ed Ungheria. In questo modo si rafforzerebbe l’idea di UE solo economica della Germania, ma si assisterebbe ad una capitolazioni degli assunti innovativi e sociali sostenuti da Cacciari ed altri.

Di questo Camerun è ben conscio ed è ben felice che la raccolta di firme per un referendum bis sia giunta in poche ore a 2 milioni.

Ora, secondo l’ANSA ed altre agenzie di stampa, appare molto improbabile l'organizzazione di un nuovo referendum sulla Brexit come chiesto dai firmatari della petizione, ma esiste un doppio precedente nell'Unione europea.

In Irlanda la ratifica dei trattati Ue di Nizza e di Lisbona è stata realizzata in due tempi, organizzando un secondo referendum, con risultati positivi, dopo la bocciatura di una prima consultazione popolare.

Il 7 giugno 2001 i no al Trattato di Nizza furono il 53,87% contro il 46,13%. L'anno successivo, il 19 ottobre 2002 il 53,65% degli irlandesi dette invece via libera al Trattato (contrari il 46,13%), dopo qualche leggera modifica, in un secondo referendum.

Il 12 giugno 2008, ancora una volta gli irlandesi, 53,4% contro 46,6%, dicono di no ad nuovo Trattato europeo, quello di Lisbona.

Eppure il nuovo Trattato prospettava una cessione di sovranità inferiore a quella prevista dal Trattato di Nizza, bocciato definitivamente nel 2005 dal 'no' ai referendum di ratifica di Francia e Paesi Bassi, mettendo la parola fine al progetto di dotare l'Unione di una Costituzione europea.

Si rivotò l'anno successivo, anche questa volta dopo alcune leggere modifiche, il 2 ottobre 2009: 61,5% di sì, 28,5% di no.

Una curiosità infine: persi i referendum sul Trattato di Nizza, Francia e Olanda decisero di non prendere rischi per la fase successiva e il trattato di Lisbona venne ratificato per via parlamentare in ambedue in paesi nel 2008.

Staremo a vedere come si muoverà il governo Cameron. I tempi previsti sono comunque lunghi e si parla di un paio di anni, prima che sia completata l’operazione. Le autorità europee si sono inoltre impegnate a fare tutto il possibile per mantenere tutti gli altri 27 paesi dentro l’Unione.

Come ha scritto su Il Sole 24 Ore Joschka Ficher, dopo il Brexit, al pari dei britannici, molti altri abitanti dell’Europa continentale si chiedono se l’unione politica e le regolamentazioni transnazionali varate dalle istituzioni con sede a Bruxelles siano davvero necessarie.

Non sarebbe sufficiente una confederazione meno rigida di stati nazione sovrani, disposta ad avere in comune il cuore economico di un mercato comune continentale – il modello britannico? Perché prendersi la briga di una complicatissima integrazione che include il trattato di Schengen, l’unione monetaria, le regolamentazioni dell’Ue, che in definitiva non funzionano nemmeno bene e indeboliscono soltanto la competitività globale degli stati membri?

Dopo Brexit gli interessi economici sono stati predominanti nel sostenere il progredire dell’Ue, ma l’idea di unire l’Europa chiaramente deve trascendere la mera unificazione economica. Essa era ed è tuttora legata al fatto di superare la frammentazione europea tramite un processo di integrazione che inizia con l’economia e si conclude nell'integrazione politica. Winston Churchill lo sapeva bene, come si deduce chiaramente dal discorso che tenne a Zurigo nel 1946 – e che varrebbe proprio la pena di rileggere oggi – nel quale auspicava la creazione degli “Stati Uniti d’Europa”.

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Bellezza batte bontà. Nella società dell'apparenza, anche se 'di misura' la considerazione dell'aspetto fisico vince su virtù caratteriali come la dolcezza. La pensa così il 41% delle donne secondo una maxi-indagine promossa da Allergan, condotta su 7.700 donne fra 18 e 65 anni in 16 Paesi.

Published in Cronaca

Caracas (Venezuela) - Continuando con el Ciclo de conciertos Música contemporánea en Los Galpones este domingo 3 de julio, a las 11:00 de la mañana, en el Galpón 17, se presentará un recital de arpa a cargo de la solista Anna De Rogatis.

Published in Música esp

Caracas (Venezuela) - El Centro de Arte Los Galpones en alianza con el Goethe Institut y la curaduría de Camilo Cortés presenta el marco del Festival de Cine Alemán: Camino de la cruz (Alemania, 2014), del Director: Dietrich Brüggemann, éste miércoles  29 de junio, a las 5:30 p.m, en el Galpón 17, con entrada libre.

Published in Cine esp

L’Aquila 28 giugno 2016 – Si aprirà mercoledì 29 giugno alle 11.00 con una masterclass di Curtis Roads la seconda edizione della Rassegna di arti sonore e intermediali - elettroAQustica organizzata dal Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila, in programma dal 29 giugno al 1 luglio presso l’Auditorium di Shigeru Ban in via Francesco Savini, alle spalle del Conservatorio. Tre giorni dedicati all’approfondimento di argomenti inerenti il mondo della musica elettroacustica in cui saranno impegnati gli allievi del conservatorio dell’Aquila guidati dai propri docenti, i maestri Maria Cristina De Amicis, Agostino Di Scipio, Alessio Gabriele, Marco Giordano e Simone Pappalardo.

La rassegna elettroAQustica, alla sua seconda edizione, dopo l’ottimo riscontro ottenuto lo scorso anno, è una parte integrante del percorso formativo degli studenti, in quanto momento di confronto con il pubblico, conclusione delle attività di progetto, di allestimento, divulgazione e verifica di opere che investono la ricerca sul linguaggio, sull’espressione e sui nuovi mezzi della musica contemporanea. La rassegna è anche l’occasione per far conoscere il grande lavoro svolto presso il Conservatorio “A. Casella” dal Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie che, oltre a fornire elementi conoscitivi e una solida formazione artistica e scientifica, è impegnato in attività di ricerca musicale, di produzione, di diffusione e didattica con tecnologie avanzate, consolidando negli anni un vasto gruppo di studenti che opera per la creazione e la realizzazione di eventi musicali innovativi.

La tre giorni si aprirà con la masterclass “Composing Electronic Music: A New Aesthetic - Comporre Musica Elettronica: Una Nuova Estetica” tenuta da Curtis Roads - compositore, professore di "Media Arts and Technology Program" presso l'Università della California a Santa Barbara (UCSB), da tempo impegnato ricerca nel vasto campo interdisciplinare che attraversa musica e tecnologia del suono, fra i massimi esperti mondiali in composizione di musica elettronica, sintesi microsonora, sintesi grafica, analisi del suono e trasformazione, spazializzazione del suono e storia della musica elettronica. Roads è molto conosciuto e riconosciuto per le sue composizioni caratterizzate dalla sintesi granulare ed impulsiva, conseguita attraverso metodi che lui stesso ha sviluppato per la generazione di suoni partendo da "particelle" sonore. Molti di questi metodi sono presenti nelle sue numerose e fondamentali pubblicazioni tradotte anche in cinese e giapponese.

La masterclass è parte del progetto Point Line Cloud, sostenuto dal’ambasciata Americana in Italia e realizzato da Centro Ricerche Musicali - CRM, Roma in occasione di ArteScienza 2016 in collaborazione con  una cordata di Conservatori italiani (Roma,  L’Aquila, Sassari, Perugia e Salerno).

Il 30 Giugno e il 1 Luglio due giorni di performance e concerti dalle ore 19 in cui gli allievi sia del conservatorio dell’Aquila che di altre città (Napoli e Sassari) saranno protagonisti ora come interpreti di brani di compositori del ‘900 o di affermati contemporanei ora come compositori di un dialogo costante fra tradizione elettroacustica, innovazione e sperimentazione.

Il 30 alle 19.00 opere con video del maestro Curtis Roads e dell’allievo Cristian Paolucci; opere acusmatiche di Jerry Tabor e opere con elettronica dal vivo di Agostino Di Scipio, Alvin Lucier, e dell’allievo  Antonio Sotgiu.

Il giorno conclusivo, il 1 luglio sempre alle 19.00 opere acusmatiche di Horacio Vaggione e degli allievi Gabriele Boccio, Dario Casillo, Alessio Fioretti e Vlad Voicu. Opere con elettronica dal vivo di Chiara Mallozzi, Antonio Martella, Diego Sebastiani.

Tutti i giorni della rassegna sarà presente nel foyer dell’Auditorium dalle ore 18 alle 21.30 “Strumento di Strumenti”, una installazione sonora collettiva del Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio “A. Casella” che analizza  il concetto di strumento musicale. Una tastiera verrà lasciata a disposizione degli spettatori attiva diverse postazioni in cui, attraverso sistemi meccanici automatici, viene reinterpretato il concetto di gesto, di materiale, di ricerca timbrica  proprio di ogni strumento musicale. Ne scaturisce uno “strumento di strumenti” che come in un gioco di scatole cinesi ingloba anche lo spazio in cui l'installazione è inserita.   Attraverso un sistema  di microfoni progettati e costruiti appositamente vengono infatti enfatizzate le caratteristiche acustiche dell'ambiente e delle forme di cui l'installazione si compone, trasformando il contesto in una sorta di grande cassa di risonanza. “Strumento di Strumenti” è il frutto della ricerca sulla nuova liuteria praticata nel Dipartimento di Musica e Nuove Tecnologie. 

 

Tre giorni dedicati alla musica elettronica con la presenza di Curtis Roads

29 Giugno  – 1 Luglio ore 19.00

Auditorium Shigeru Ban, L’Aquila

 

 

Published in L'Aquila

Riceviamo e pubblichiamo

Il coordinamento provinciale di Taranto degli Attivisti del Partito Socialista Europeo, in un periodo di profonda riflessione sul futuro dell’Unione Europea, organizza un momento di approfondimento su uno dei temi più intricati nel dibattito pubblico Europeo: il trattato di libero scambio tra UE e USA, il TTIP.

Il trattato TTIP si propone di abbattere i limiti regolamentari agli scambi commerciali per beni e servizi tra le due sponde dell’Atlantico. Per un territorio come quello di Taranto, che cerca forme di sviluppo alternativo attraverso la promozione delle proprie specificità e valenze, rappresenta un’opportunità o una minaccia?

Con la liberalizzazione dei mercati tra UE e USA i mercati europei potrebbero essere invasi da prodotti made in USA, fabbricati con standard qualitativi e di sicurezza differenti. Infatti uno dei temi più controversi, che ha animato negli ultimi tempi il dibattito intorno a questo trattato, è proprio la difesa del patrimonio produttivo europeo, in particolare le produzioni di qualità italiane che hanno potuto godere di forza commerciale grazie alle norme europee che regolamentano le caratteristiche dei prodotti sui nostri mercati.

Inoltre, tra le questioni aperte ci sono anche gli standard ambientali e le condizioni lavorative sottese a questi nuovi possibili scenari innescati dal Trattato TTIP.

La discussione sul TTIP è un’occasione importante per discutere sui modelli di sviluppo che devono tenere conto di elementi cruciali come la sicurezza dei cittadini e dei consumatori, gli standard di qualità, la salvaguardia dell’ambiente e la dignità del lavoro, nonché la giusta competitività sui mercati. Ingredienti complessi soprattutto in una realtà come quella di Taranto che deve fare i conti con un nuovo modello sviluppo che sappia smarcarsi dal monocultura siderurgica e provi a rilanciarsi come territorio innovativo.

Ne discuteremo venerdì 1 luglio 2016, presso la ex sala giunta della provincia di Taranto in via Anfiteatro con i saluti di Giuseppe Fontana (coordinatore provinciale Attivisti PES Taranto), Michela Mastroluca (coordinatrice regionale Attivisti PES Puglia), Mino Carriero (coordinatore nazionale associazione Lab Dem), e gli interventi di Giuseppe Massafra (segretario CGIL Taranto), Raffaele Ignazi (Confederazione Italiana Agricoltori), Vincenzo Cesareo (presidente Confindustria Taranto), e Ludovico Vico (Parlamentare PD e membro della Commissione Attività Produttive della Camera). Modererà il dibattito Sergio Pargoletti, della associazione Terra Ionica d’Europa,  partner dell’appuntamento.

 

GIUSEPPE FONTANA – Coordinatore Provinciale Attivisti PES Taranto

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Published in Taranto

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