Passaggio a Matignon tra il premier dimissionario Barnier e il suo successore. "Cammino lungo, ora la riconciliazione".
I leader dei partiti francesi si riuniscono all'Eliseo ma senza l'estrema destra e la sinistra radicale, in cerca di un nuovo premier e di un governo più stabile.
I deputati francesi sono pronti a votare la mozione di censura che salvo sorprese sfiducerà il governo, ma Macron non può indire nuove elezioni. Il dibattito tv è stato seguito da oltre 10 milioni di spettatori.
Inizia una settimana lunghissima che si concluderà con il secondo turno delle legislative. I centristi del presidente e la sinistra del Nuovo Fronte Popolare cercano punti di convergenza e oltre 160 candidati già eletti si sono ritirati per fare 'barrage' contro il RN.
Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National di Marine Le Pen, punta alla poltrona di primo ministro. I gaullisti si spaccano senza manco avere il tempo di scindersi. A sinistra Melenchon fa un passo di lato e il redivivo Hollande deve convivere con la gauche più estremista. Macron fa un azzardo nell'azzardo.
Il presidente propone un 'patto' con chi dice no ai blocchi estremi, e vuole convincere i francesi: "Il Rassemblement National è inadeguato".
Quasi tutti i capi di governo si presentano al vertice alle prese con pesanti problemi interni, legati spesso a elezioni appena trascorse o imminenti. A Berlino il sistema non è a rischio. A Parigi è possibile uno tsunami politico. I guai di Kishida e Trudeau. Sunak e Biden verso il voto.
I presidenti di Stati Uniti e Francia hanno ribadito il legame speciale tra le due nazioni, forgiato dal sangue versato nella Seconda Guerra Mondiale, e la visione condivisa sulle principali crisi internazionali, da Gaza all'Ucraina.
Nel caso in cui la Russia riesca ad avanzare sul fronte orientale e Kiev ne faccia richiesta, ha detto il presidente francese a The Economist.
Los presidentes de Brasil, Luiz Inácio Lula da Silva, y Francia, Emmanuel Macron, afirmaron este jueves que los impedimentos para la inscripción de la candidatura opositora de Corina Yoris en Venezuela son “graves”.