ANNO XIX Luglio 2025.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 10 Ottobre 2017 00:00

Il sindacato poliziotti rilancia sulla sicurezza e chiede lumi sulla vicenda Cesare Battisti

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Pubblichiamo note del sindacato autonomo dei poliziotti, che pare salvo smentita, sia diventato il primo sindacato della categoria, sull'iniziativa del 12 ottobre sulla Sicurezza e un affondo polemico sulla questione che riguarda Cesare Battisti

 

Il 12 ottobre la consulta della sicurezza scende in Piazza Montecitorio

Giovedì 12 ottobre alle ore 11.00, la CONSULTA SICUREZZA formata dal SAP (Sindacato Autonomo di Polizia), SAPPE (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria), CONAPO (Sindacato Autonomo dei Vigili del Fuoco), manifesterà a Roma in Piazza Montecitorio.

Il problema all’origine della protesta, non riguarda soltanto il rinnovo del contratto di lavoro per il quale ad oggi, sono state avviate le trattative con la misera disponibilità di 11 euro netti al mese per un agente, ma riguardano tutta la condizione dell’apparato della sicurezza, quella degli operatori e dei cittadini sulle strade; dei poliziotti e dei detenuti nelle carceri, dei vigili del fuoco che hanno fatto i miracoli nelle zone devastate dal sisma e dagli incendi.

Nello specifico, Sap, Sappe e Conapo, chiedono un piano straordinario di assunzioni per fronteggiare le gravissime carenze di organico. La spending review, infatti, ha prodotto effetti devastanti. Sono stati tagliati dalla riforma del pubblico impiego della Madia, 50 mila uomini nelle Forze dell’Ordine per un corrispettivo di due miliardi di spesa pubblica che però non sono stati in alcun modo reinvestiti. Due miliardi di spesa, se si considerano solamente gli stipendi e i trattamenti accessori. Di questa enorme cifra, nulla è stato destinato alla sicurezza della cittadinanza e neppure dei poliziotti e Vigili del Fuoco in termini di trattamenti economici, equipaggiamenti, dotazioni e formazione.

Non si tratta dunque di una questione di categoria, ma di un problema che riveste il bene primario della comunità, la SICUREZZA. In questo contesto l’emergenza stranieri ha determinato la distrazione di oltre 4000 uomini solo nella Polizia di Stato; un aumento della popolazione carceraria e infiniti altri problemi. L’Istat ha rilevato infatti, che nonostante la crisi economica, il problema principale che i cittadini avvertono è proprio quello della sicurezza, un riscontro oggettivo, una verifica sul campo che non può essere assolutamente ignorata. La sicurezza deve tornare al centro dell’agenda dei Governi e manifestiamo per chiedere che la prossima legge di stabilità rappresenti un’inversione di tendenza quanto mai indispensabile. L’apparato della sicurezza e del soccorso pubblico è oramai al collasso. Le strutture sono fatiscenti e fuori legge, servono uomini perché l’età media ha raggiunto dei livelli allarmanti, oltre 48 anni. Il controllo del territorio è diminuito e sono state tagliate il 40% delle volanti in dieci anni; sono diminuiti gli uomini su strada, stessa cosa vale per le carceri dove risulta improcrastinabile la sostituzione della vigilanza dinamica con altri strumenti in grado di meglio garantire i poliziotti nel rischioso rapporto con i detenuti.

Condizione per nulla dignitosa, è quella dei vigili del fuoco  che hanno titolo a pretendere la stessa considerazione politica degli altri corpi. In questo settore si dovrebbe immediatamente procedere all'unificazione dei dipartimenti della pubblica sicurezza e del soccorso pubblico, tagliando i costi inutili di alcune poltrone, anziché volanti e autopompe.

A tal proposito, la CONSULTA SICUREZZA manifesta per chiedere anche una rimodulazione del provvedimento di riordino delle carriere, rivelatosi ad oggi estremamente penalizzante per il personale in divisa e per nulla funzionale al miglioramento dell’organizzazione interna.

La nostra protesta concerne il ruolo, la dignità e quindi il livello del servizio che i nostri colleghi prestano ai cittadini. Per questo motivo invitiamo la società civile a partecipare alla manifestazione organizzata in loro nome.

 

I radical chic si rifanno il maquillage per le elezioni, ma un terrorista deve pagare: «30 anni subito a Battisti. Deve scontare nelle patrie galere»

Sulla questione relativa all’estradizione del terrorista Cesare Battisti, interviene anche Gianni Tonelli, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).

«Con questo governo disperato oggi si cambia direzione. Lo si è fatto per tanti anni, o quanto meno si è tentato di far finta di farlo su tante cose, compreso nel settore della sicurezza negli ultimi mesi – dice Tonelli -  Questo vale anche nel caso di Battisti. Mentre qualche anno fa certi ambienti radical chic, affini ad una certa logica politica, ad una certa ideologia, in tutti i modi operavano per osteggiare la richiesta di estradizione nel nostro paese di un terrorista condannato all’ergastolo, oggi invece cercano di riuscire ad ottenere quel risultato cambiando direzione, per cercare di rifarsi il maquillage in vista delle nuove elezioni».

Non usa mezzi termini Gianni Tonelli, che ricorda i poliziotti uccisi per mano di Battisti e chiede giustizia per quegli innocenti e le loro famiglie. Secondo il Brasile l’Italia dovrebbe impegnarsi ad applicare una pena di massimo 30 anni.

«30 anni subito e immediatamente – tuona Tonelli a tal proposito - Io spero che Battisti arrivi in Italia e sconti il proprio debito con la giustizia perché un terrorista quando uccide, sia esso un tagliagole o sia esso un compagno che sbaglia, deve assumersi la responsabilità delle sue azioni di fronte alla comunità. Un terrorista deve fare i suoi conti con la giustizia – e conclude - Parlo per senso di rispetto nei confronti dei poliziotti uccisi, lo Stato deve fare il possibile per dare giustizia alle vittime e alle loro famiglie. Se vi è un vero desiderio di andare in questa direzione, il risultato richiede davvero pochi giorni». 

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