La stessa lotta per la “successione” non avrebbe risparmiato il centro destra se non si fosse trattato che uno dei partiti, Forza Italia, aveva ed ha un padrone che detiene il 100% della sua quota azionaria e i soldi necessari per neutralizzare sul nascere scalate ostili sia al proprio interno, sia nei riguardi dei suoi alleati. In questo modo una quota dell’elettorato che guarda a destra è rimasto bloccato dai vecchi schemi della conservazione nella continuità. Per altri versi la destra classica impersonata da Fratelli d’Italia guidata da Giorgia Meloni si è ridotta di molto se la confrontiamo ai tempi di Almirante e persino di Fini e quel che è peggio non sembra in grado d’uscire da questa impasse che la impegna a restare sotto il giogo degli alleati che si è scelto.
A questo punto ci troviamo con due partiti, Forza Italia e il Pd, destinati a rappresentare se stessi a prescindere dalla collocazione che si sono data (centro destra e centro sinistra) perché hanno personalizzato il loro ruolo identificandosi con quella parte dell’elettorato che ha e non è e per questo ricevendone il relativo consenso anche se sanno d’essere una minoranza nel paese.
La loro abilità è stata, semmai, quella di riuscire ad imbarcare anche partiti di diversa estrazione, ma deboli elettoralmente, ma che per sopravvivere hanno bisogno di visibilità. Tutto sarebbe filato liscio se non fosse accaduto, nell’ultima tornata elettorale, che il partito guida, Forza Italia avesse perso il suo primato all’interno della coalizione e il suo potenziale alleato esterno, il Pd ne fosse uscito malconcio e per giunta un movimento, 5Stelle, avesse ottenuto un buon exploit elettorale. Siamo, quindi, giunti ad uno sbocco inevitabile: o ritornare alle urne o sparigliare le carte. E’ stata scelta quest’ultima soluzione, come male minore, e resta da capire se per i pentastellati si tratti di una trappola per mangiarseli, a tempo debito, con un sol boccone oppure siamo veramente giunti alla consapevolezza che si possa realisticamente fare una politica anche per chi è e non solo per chi ha. Resta, tuttavia, un dubbio: siamo proprio convinti che chi ha i soldi sia disposto a cederne una parte in nome del cosiddetto populismo? E dal come si stanno mettendo le cose se non si parla di aperta ostilità dei poteri “forti e danarosi” ci manca poco e ora che è stata restituita la “verginità” a un certo signore chi li ferma più? Rianno il loro re travicello. (Riccardo Alfonso agenzia fidest)
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