Il Venezuela sta precipitando sempre più in una catastrofe umanitaria, negata a parole dal governo Maduro, stimolata dalle politiche economiche del governo, che hanno portato l’inflazione al 24.571 per cento negli ultimi 12 mesi. Il parlamento venezuelano, dominato dall’opposizione, ha pubblicato nuovi dati economici l’11 giugno, mostrando che l’inflazione a maggio ha raggiunto il 110,1 per cento rispetto ad aprile, portando così l’inflazione annuale ad un impressionante 24.571 per cento.
In questo lunghissimo documento c'è una storia diversa da quella raccontata dai media internazionali, una sequenza di fatti narrati da un testimone oculare del quale, per ovvi motivi non possiamo dire il nome, ma trattasi di un professionista italiano che vive in Brasile da molto tempo.
A fine maggio 2018 il Consolato Generale d’Italia a Caracas ha emesso o rinnovato dall’inizio dell’anno 6.353 passaporti, con un aumento del 70% rispetto alla stessa data del 2016, quando i passaporti rinnovati o rilasciati erano stati 3.756.
Il Venezuela sta attraversando da almeno tre anni una grave crisi economica, finanziaria e umanitaria. Si parla spesso delle proteste contro il presidente appena rieletto Nicolás Maduro, del crollo della produzione di petrolio, del cibo, dell’energia e dei servizi di base che non riescono ad essere garantiti e dell’esodo dei cittadini venezuelani che cercano di trovare rifugio all’estero, arrivando a migliaia ogni giorno in Colombia e in Brasile, scrive ieri il giornale iltaliano Il Post.
19 paesi membri dell’Organizzazione degli Stati Americani hanno approvato risoluzione contro Maduro, rifiutando la sua “rielezione illegittima”. Così aprono la strada per la sospensione del Venezuela per la “rottura dell’ordine democratico”. 11 paesi si sono astenuti e 4 hanno votato contro (Repubblica Dominicana, Bolivia, San Vincente e Venezuela)